Joe e Jill Biden

Chi ha detto che la First Lady degli Stati Uniti non debba continuare a lavorare? Jill Biden sarà la prima First Lady in 231 anni di storia americana a mantenere un lavoro a tempo pieno. Infatti, la moglie del presidente eletto Joe Biden è professoressa universitaria alla Northern Virginia Community College, anche durante gli otto anni in cui il marito era il vice dell’allora presidente Obama non ha rinunciato a insegnare ai propri studenti.

Adesso, che è diventata First Lady, la storia non cambia, ha raccontato a Usa Today. Come tutte le donne, potrà occuparsi facilmente di entrambi i ruoli. Lo scorso agosto, prima dell’elezione di suo marito, Jill Biden aveva scritto su Twitter che l’insegnamento “non è quello che faccio. È quello che sono” (“Teaching is not what I do. It’s who I am”), facendo capire che non sarebbe stata disposta a sacrificare la sua passione o la sua carriera per nessuna ragione.

“Storicamente, gli americani hanno sempre voluto che le loro First Lady fossero alla Casa Bianca e al fianco del presidente quando possibile”, sostiene la storica Katherine Jellison, specializzata nelle carriere delle First Lady, scrive l’Ansa. “Forse è giunto il momento in cui accetteranno maggiormente l’idea che la moglie di un presidente possa essere contemporaneamente una First Lady e una professionista che lavora”, ha aggiunto l’esperta.

Il multitasking di ogni donna è ormai risaputo, allora perché non essere una professoressa universitaria (con una laurea, due master e un dottorato in Istruzione), una madre e la First Lady degli Stati Uniti D’America.

Le donne alla Casa Bianca

Tante prime volte e tante donne alla Casa Bianca che non hanno timore di essere quel che sono, che pensano e guardano al futuro. Come la prima vicepresidente donna, Kamala Harris, figlia di una biologa indiana e induista e di un giamaicano di colore, professore di economia a Stanford, è già entrata nella storia. Il suo discorso resta indimenticabile, con il suo tailleur bianco (il colore che indossavano le suffragette nella lotta al diritto di voto) sale sul palco di Wilmington e afferma: “Sono la prima donna vicepresidente, ma non sarò l’ultima”, ormai uno slogan.

La vicepresidente ha già parlato dei diversi problemi da risolvere: dalla lotta al coronavirus, al cambiamento climatico e al razzismo sistemico, ma sa che grazie alla lotta d’uguaglianza delle generazione di donne prima di lei, ha la voce e il ruolo per agire. “Penso alle donne che hanno combattuto e sacrificato così tanto per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti, comprese le donne afroamericane, spesso trascurate ma che spesso dimostrano di essere la spina dorsale della nostra democrazia”, ha detto la senatrice 56enne, consapevole quindi di essere giunta alla vicepresidenza “sulle spalle di tutte le donne”.

Un’altra prima volta è il primo ”first gentleman” d’America, marito della Harris e avvocato ebreo Douglas Emhoff, questo porta la vicepresidente dentro un’altra minoranza, ma è chiaro che il mondo è pronto a cambiare, in meglio.