LGBTQ

Mentre la Consulta si esprime sugli 8 referendum che si potrebbero votare in primavera (compreso il referendum sulla cannabis legale), molti cittadini stanno iniziando a chiedersi quale sia stata la fine del DDL Zan. Al centro dell’attenzione per diversi mesi, sembra ad oggi svanito nel nulla.

Che fine ha fatto il DDL Zan? Dopo la “tagliola” in Senato lo scorso ottobre 2021, il provvedimento contro l’omotransfobia, le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e la disabilità, potrebbe tornare in Aula dopo sei mesi.

Ma a che punto siamo con la sua approvazione e cosa prevede il testo del DDL Zan?

DDL Zan: a che punto siamo?

Il DDL Zan è stato approvato oppure no? A che punto siamo con la battaglia per la difesa dei diritti degli omosessuali?

La Camera aveva approvato il testo il 4 novembre 2020 con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un astenuto. In seguito, il provvedimento è rimasto bloccato in Commissione Giustizia al Senato, per ostruzionismo della Lega.

Dopo diversi mesi, lo scorso ottobre il testo era passato al vaglio del Senato, dove le forze politiche avrebbero dovuto votare per la sua approvazione. Ciò che si è verificato è quello che viene chiamato “tagliola”, ovvero – come previsto dall’articolo 96 del regolamento del Senato – prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun Gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame.

Con 154 voti a favore, quindi, è stata approvata la richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo. Che cosa significa? Il DDL Zan non solo non è stato approvato, ma non tornerà in Aula prima dei successivi sei mesi.

Cerchiamo di capire cos’è il DDL Zan, cosa prevede il testo e quando potrà tornare in Parlamento.

Cos’è il DDL Zan?

Lo hanno chiamato DDL Zan dal cognome di colui che lo ha promosso: il deputato del PD Alessandro Zan. Il nome completo del provvedimento è: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“.

Il disegno di legge, dunque, non tutela soltanto i diritti delle persone omosessuali o transessuali, ma va a incidere anche sulle pene per la discriminazione contro determinate categorie sociali.

Infatti, il DDL Zan prevede l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili.

Il dibattito sul tema è sempre stato molto acceso e ha suscitato anche proteste e polemiche in tutta Italia. Vi sono state numerose manifestazioni in difesa dei diritti delle persone omosessuali, transessuali, LGBT, ma ancora nulla si è mosso a livello legislativo.

Cosa prevede il DDL Zan?

Secondo quanto riportato nel testo del DDL Zan – approvato alla Camera nel novembre 2020 -, è prevista una modifica delle pene per quanto riguarda i reati collegati all’omofobia. Questi ultimi verrebbero equiparati a quanto previsto per il razzismo e la discriminazione religiosa.

Che cosa significa? Ai sensi dell’articolo 604 bis del codice penale, le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità vengono puniti con la reclusione fino a quattro anni.

Non solo: viene istituita anche una Giornata Mondiale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

DDL Zan: cosa ne pensano gli italiani?

Un interessante sondaggio realizzato da Ipsos ha dato la parola agli italiani: scopriamo che cosa ne pensa la popolazione in merito al DDL Zan.

La prima domanda riguardava il sentiment sulla discriminazione: la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che esiste oggettivamente (54%), qualcuno ritiene che sia un tema sollevato da pochi intellettuali (30%), mentre pochi non hanno un’opinione chiara a riguardo (13%).

In merito al DDL Zan, il 59% degli intervistati è a conoscenza dei temi trattati dal provvedimento, mentre il 30% ammette di non conoscere i dettagli.

La domanda che ha destato più interesse è stata la propria posizione in merito al DDL Zan: per il 49% degli intervistati è una legge giusta, mentre per il 31% è una legge sbagliata in quanto le discriminazioni sono già sanzionate dalle leggi vigenti. Il 20% restante non ha voluto esprimersi a riguardo.