Pensioni

Uno studio realizzato da Progetica e Moneyfarm ha evidenziato un problema che riguarda le pensioni future e le condizioni di chi riceverà il trattamento di fine carriera lavorativa. Secondo lo studio i pensionati futuri potrebbero ricevere meno dello della metà dello stipendio.

Lo studio ha calcolato la previsione per i lavoratori dipendenti. Per quanto riguarda professionisti ed autonomi potrebbe andare peggio a causa di redditi imponibili inferiori, di una minore aliquota contributiva e maggiore discontinuità durante il percorso lavorativo.

Lo studio

Sono stati considerati fattori come genere e decennio di nascita che hanno generato 8 profili rappresentativi di 3.251.626 cittadini italiani. Gli interessati sono nati nel 1960, nel 1970, nel 1980 e nel 1990 e hanno 60, 50, 40 e 30 anni.

Si tratta di oltre 1.400.000 lavoratori che andranno in pensione tra il 2027 e il 2062 a un’età che potrebbe oscillare tra i 66 anni e 11 mesi e i 72 anni. Ciò che farà la differenza è il tasso di sostituzione, cioè il rapporto percentuale tra la prima annualità completa della pensione e l’ultimo reddito annuo completo. Questo indice mostra a quanto ammonterà la pensione percepita.

Progetica e Moneyfarm hanno calcolato che, ipotizzando una carriera lavorativa continuativa e regolare dai 25 anni, chi è nato negli anni 60 percepirà il 71% dello stipendio, mentre chi è nato negli anni 90 rischia di percepire il 40%.