Pensioni

La riforma delle pensioni, oltre che delle proposte dei sindacati, tiene conto delle proposte evidenziate dall’Inps che vertono su questi punti: pensione di garanzia, copertura dei buchi contributivi delle carriere discontinue, tutela lavori usuranti, flessibilità in uscita.

Pensioni minime da garantire a tutti i futuri pensionati, con un occhio di riguardo ai giovani che hanno carriere precarie e non continue. Copertura dei buchi della contribuzione valorizzando i periodi formativi con finalità pensionistiche. Per i lavori usuranti e gravosi o per disoccupati over 60 “andrebbero approfonditi e resi più generosi e strutturali, al fine di raggiungere quella sperata flessibilità che altrimenti il sistema contributivo difficilmente restituisce”.

È stata pensata la flessibilità d’uscita con la riduzione dell’età di accesso per lavori usuranti o gravosi, la divisione della pensione in quota retributiva e contributiva, ad esempio, a 62 anni e con 20 anni di contributi e un importo soglia si potrebbe ottenere un anticipo pensionistico calcolato soltanto sulla parte contributiva mentre la parte retributiva potrebbe rendersi accessibile a 67 anni.

Riforma pensioni: problemi

Sono stati messi in evidenza gli aspetti critici del sistema attuale e ne hanno evidenziato i problemi, che sono: importo soglia, cioè le penalizzazioni delle vite lavorative discontinue. L’allungamento della vita media rende superato il requisito di accesso alla pensione legato all’età. L’alto tasso di disoccupazione tra i giovani e infine il gender gap.