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L’Oxford English Dictionary, il prestigioso vocabolario redatto dalla Oxford University Press, aggiorna la definizione della parola “donna” e corregge altri termini sessisti, dopo la petizione lanciata su Change.org.

Dovrebbe essere ormai noto che l’utilizzo di un termine piuttosto che un altro comporta una modificazione nel pensiero e nell’atteggiamento di chi lo pronuncia e, quindi, di chi lo ascolta. La parola è la materializzazione di un pensiero e diviene un’azione vera e propria.

Riflettere e non dettare il linguaggio

La motivazione addotta dai dizionaristi dell’Oxoford University Press, atta a giustificare definizioni “barbariche” associate alla definizione di donna, non ha potuto reggere davanti alla petizione firmata da oltre 30mila persone.

“Bitch, besom, piece, bit, mare, baggage, wench, petticoat, frail, dird, bint, biddy, filly” sono solo alcuni dei sinonimi peggiori che era possibile trovare nel famoso dizionario e non solo. Molti motori di ricerca si avvalgono delle stesse definizioni.

La petizione richiedeva anche l’eliminazione di tutti i termini che sottolineavano la proprietà degli uomini sulle donne o le discriminavano. Inoltre, la definizione di donna doveva essere ampliata per includere esempi rappresentativi di minoranze come le donne transgender e le donne lesbiche.

La definizione aggiornata nell’Oxford Dictionary ora riconosce che una donna può essere la moglie, la fidanzata o l’amante di una persona, piuttosto che essere tutte queste cose solo per un uomo. Sono state apportate modifiche anche alla definizione di uomo e ora include una terminologia simile al genere neutro. Altri termini che sono stati rivisitati sono correlati all’attrazione e all’attività sessuale.

Dizionari Italiani

Alma Sabatini, saggista, linguista, insegnate e attivista femminista, già negli anni Settanta accendeva un dibattito con la pubblicazione dei saggi Il sessismo nella lingua italiana e con Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana. Dibattito non ancora estinto e, purtroppo, la lingua italiana riflette ancora troppi arcaici concetti legati alla donna e al valore della parola che ne vorrebbe tradurre il senso.