Pinsa romana

Decisamente simile alla pizza, in fatto di gusto e consumo, la pinsa romana differisce laddove si parla di tecnica nella preparazione, forma, fragranza e digeribilità.

Nata in seguito alla rivisitazione di un’antica ricetta, nota già ai tempi dell’Antica Roma, la pinsa è figlia della tradizione contadina e dell’uso d’ingredienti provenienti dalla terra, come i cereali macinati artigianalmente, mixati a erbe aromatiche e sale.

Rivisitando l’antica ricetta, e anche in base agli insegnamenti del nonno materno in tema di panificazione, Corrado Di Marco, professione pizzaiolo, ha intuito le potenzialità della pinsa. Ha migliorato i fattori dietetici, dando alla luce un prodotto unico e inimitabile, dal gusto che non si dimentica.

Oggi per prepararla a regola d’arte è bene utilizzare una farina biologica per pinsa romana, realizzata con farina di grano tenero, di riso, pasta madre e lievito di birra, tutto rigorosamente bio, a garanzia di un aroma e di un gusto intenso e rustico.

La pinsa, gustiamola anche durante le feste

La leggerezza, l’esiguo numero di calorie, e la risicata presenza di grassi, fanno della pinsa il piatto perfetto da consumarsi durante le feste, per alternare una pietanza dietetica ai menù straordinariamente ricchi di Natale e Capodanno.

La carta d’identità della pinsa romana

Fra le caratteristiche che contraddistinguono questa squisita pietanza, identifichiamo prima di tutto la forma, il tipico ovale allungato, dal quale nasce anche il nome. Pinsa, infatti, deriva dal latino “Pinsere”, che tradotto significa stendere o allungare.

La pinsa è estremamente friabile, contraddistinta da un bordo croccante e da tanta morbidezza nella parte interna. Chi l’ha gustata ne ha scoperto l’elevata digeribilità, conseguenza diretta delle tecniche di lievitazione con cui viene trattato l’impasto.

Il punto focale è proprio la preparazione della pasta, realizzata utilizzando un mix perfetto di farine. La miscela può contare sulla presenza di farina di frumento, di riso, di soia aggiunte alla pasta madre.

La pinsa romana è apprezzata anche per la fragranza, frutto di un elevato numero di ore dedicate alla maturazione dell’impasto, e all’uso metodico della pasta madre.

Come preparare la pinsa

L’impasto base, calcolato su 1 litro di acqua, considera la presenza di:

  • 1 kg di farina per pinsa;
  • 2-6 gr di Lievito Secco (varia a seconda della stagione);
  • 25 gr di Sale (20 per una pizza più morbida);
  • 20 gr di Olio EVO.

L’acqua da mettere nell’impasto deve essere fredda.

Gli ingredienti vanno miscelati minuziosamente e senza fretta. Una volta ottenuto, l’impasto deve essere fatto riposare per 30 minuti e ventilano ogni 10.

La fase di lievitazione è fondamentale per la buona riuscita del prodotto finale, essenziale per la digeribilità e la fragranza.

Prima di essere collocato in frigo, l’impasto deve essere tenuto a temperatura ambiente per un tempo che dipende essenzialmente dalla temperatura finale, da quella dell’ambiente, dalla quantità di lievito, del tempo da dedicare alla lievitazione.

Lo step successivo è la sistemazione dell’impasto in frigorifero, per un minimo di 24 ore e un massimo di 96 ore.

I condimenti sono a vostro piacere, divertitevi a creare la vostra pinsa di oggi.