Disabilità

L’assegno d’invalidità erogato dall’INPS è un assegno mensile rilasciato ai cittadini affetti da patologie, congenite o acquisite, che riducano la loro capacità lavorativa. Esso spetta ai lavoratori dipendenti, agli autonomi, ai commercianti, ai coltivatori diretti e agli iscritti ad alcuni fondi pensione sostitutivi o integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria. Tuttavia, per ottenere la pensione di invalidità è necessario soddisfare requisiti ben precisi.

Pensione d’invalidità: requisiti d’accesso

Uno dei requisiti per essere riconosciuti come invalidi civili è avere un’età compresa tra i 18 e i 67 anni e soffrire di minorazioni, congenite o acquisite, oppure avere insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali. La malattia invalidante di cui si soffre, però, deve essere tra quelle previste dalla legge per poter accedere a tale agevolazione. Inoltre è necessario ottenere il certificato sottoscritto da un medico abilitato INPS e redatto nei 30 giorni precedenti all’invio della richiesta, che indichi i dati anagrafici del richiedente, il codice fiscale, il primo riconoscimento o l’aggravamento, i dati anagrafici dell’eventuale tutore, il domicilio e un indirizzo email.

Pensione d’invalidità: il problema della percentuale

L’invalidità civile è una condizione che deve essere riconosciuta e che, se certificata, permette di accedere a determinate prestazioni e agevolazioni economiche e socio-sanitarie. È fondamentale, però, che l’INPS accerti l’effettiva difficoltà del cittadino a svolgere le attività in ambito quotidiano o lavorativo e, in base a tale grado di difficoltà, verrà riconosciuta una percentuale d’invalidità indicativa.