Innovazione

Pavia, Milano, Valencia e poi Madrid: dopo aver toccato queste città il Data management Summit approda a Roma con l’edizione 2022 che si è tenuta a inizio luglio. Ad ospitare l’evento, programmato con attenzione da Synergo! e Michele Iurillo, è stata la sede centrale di SMI Technologies and Consulting.

Il dibattito che si è tenuto sul territorio romano ha permesso di fare luce su due asset fondamentali per le aziende di oggi. Da un lato la qualità del lavoro e dall’altro la governance, ideali per riuscire a lavorare con efficacia e rapidità sui dati. Scopriamo da vicino quali sono stati gli spunti più interessanti dell’evento che è destinato a lasciare il segno per i mesi futuri.

La storia del Data Management Summit

Per chi non lo conoscesse, questo evento è un appuntamento davvero esclusivo che chiama in causa l’intero panorama tecnologico, creando interazione e discussione per condividere esperienze e utilizzi. Ecco perché il format prevede al suo interno anche dei tavoli dinamici che sono il simbolo della vera innovazione del DMS. Qui, a differenza di molti altri eventi di portata minore, Data Governance Officer e Scientist, CTO, BI Manager e altre figure di rilievo si incontrano per risolvere nuove sfide tecnologiche e condividere idee e pensieri. Tra gli argomenti più caldi? Non mancano l’Open Banking e Data, Compliance & Data Governance che durante la giornata dell’8 luglio hanno permesso di alimentare tavoli di discussione e tavole rotonde con dibattiti sull’utilizzo dei dati e le politiche del settore.

La parola d’ordine è coinvolgimento

I massimi esperti di Data Management, parte integrante dei brand più popolari e noti a livello mondiale, sono quindi giunti a Roma nei giorni scorsi per intervenire a un appuntamento che basa tutta la sua riuscita sulla condivisione e sul coinvolgimento. Partner importante della manifestazione è stata Venue Partner 2022, che ha quindi ribadito l’obiettivo di contribuire alla creazione di quella che per molti è la “conoscenza collettiva” sul mondo dei dati. Tale fattore è perfettamente in linea con lo spirito di condivisione e le passioni che caratterizzano un’impresa che sa essere all’avanguardia tecnologica.

La mission è chiara: c’è voglia di ricercare e quindi offrire delle soluzioni, ma anche di integrare i servizi per riuscire così a isolare i problemi e superarli. I dati hanno un peso specifico nella società in cui viviamo e non possiamo quindi più considerare solo un fine ma un mezzo ideale per un’azienda. Lo è per gestire l’intera attività svolta, ma anche per capire cosa succederà nel futuro. Del resto l’idea che si pone dietro a un evento come il Data Management Summit, come spiegato dal suo founder Michele Iurillo, è quella di riuscire a sfruttare le idee, le competenze dei professionisti del settore per dare vita a un evento che vuole essere formativo e non commerciale.

Rendere le tecnologie un bene comune

Tra i tanti argomenti toccati, compresa la qualità dei dati, vi è una presa di posizione importante che si affida alla conoscenza. Chi lavora con i dati sa che per cambiare, anzi per quali migliorare la qualità dell’asset strategico è doveroso lavorare sulla cultura. Le aziende che vogliono e che devono affidarsi alla tecnologia per essere competitive ed efficienti dovranno anche insegnare alle persone, ai consumatori quanto sia necessaria e utile l’innovazione. Un passaggio ostico, ma che deve essere fatto per il bene di tantissimi settori e diverse industrie di produzione.