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Cosa cambia sul Superbonus 110% dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche 2022? L’agevolazione per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento energetico degli edifici proseguirà nei prossimi anni, ma con una detrazione che potrebbe essere ridotta.

Non solo: oltre a una possibile proroga, è in cantiere anche una differenziazione tra gli interventi sulla prima e sulla seconda casa.

Ecco quindi cosa potrebbe cambiare sul Superbonus 110% con il nuovo Governo: quali sono le ipotesi e le novità in arrivo per tutti coloro che hanno in programma degli interventi edilizi sulle proprie abitazioni.

Superbonus 110%: cosa cambia con il nuovo Governo?

Nel programma del centrodestra – vincitore delle elezioni politiche 2022 – e in particolare nelle idee di Giorgia Meloni in tema di ristrutturazioni edilizie ci sono delle novità. In particolare sul Superbonus, una misura molto discussa e non sempre approvata all’unanimità dai partiti politici.

Cosa cambia con il nuovo Governo? Molto probabilmente i bonus edilizi potrebbero subire un cambio di passo con il Governo di Giorgia Meloni, ma dovrebbero essere confermati anche per i prossimi anni.

Attualmente sul tavolo ci sono due ipotesi principali: la proroga di 6 mesi della misura (per recuperare i ritardi e il caos sulle cessioni del credito) e la rimodulazione della detrazione, che potrebbe passare – stando alle ultime ipotesi – dal 110% al 60-80%.

Un’altra idea è quella di far ripartire i bonus edilizi dal principio, andando a differenziare gli interventi sulla prima e sulla seconda casa. Ma tutto è ancora da decidere.

Cerchiamo di capire più nel dettaglio che cosa potrebbe cambiare sul Superbonus 110% in attesa della formazione del nuovo Governo.

Superbonus: possibile proroga di 6 mesi con il nuovo Governo

Il primo punto sul quale il nuovo Governo dovrà interrogarsi riguarda la possibile proroga del Superbonus oltre le sue naturali scadenze.

Ad oggi, infatti, il bonus per le ristrutturazioni edilizie è attivo fino al 31 dicembre 2022 per le villette unifamiliari, mentre si prolunga fino al 31 dicembre 2023 per condomini ed edifici IACP.

L’idea del nuovo Governo sarebbe quella di posticipare la sua scadenza di ulteriori 6 mesi, in modo da recuperare il tempo perduto a causa dei numerosi cambiamenti delle regole, oltre ai blocchi delle cessioni dei crediti e al problema di reperimento dei materiali per gli interventi edilizi.

Superbonus: come cambiano le detrazioni fiscali?

Nonostante la possibile proroga delle scadenze per accedere al Superbonus 110%, con il nuovo Governo si dovranno fare i conti con le percentuali di detrazione.

Pare, infatti, che Giorgia Meloni sia intenzionata a ridurre la detrazione dal 110% al 60-80% delle spese sostenute, per rendere l’agevolazione edilizia maggiormente sostenibile per il bilancio statale. In compenso, i bonus edilizi potrebbero divenire strutturali nel tempo.

Ad oggi, invece, al Legge di Bilancio 2022 prevede un meccanismo di décalage sul Superbonus per i prossimi anni:

  • 110% confermato per tutto il 2023;
  • 70% nel 2024;
  • 65% nel 2025.

Superbonus solo per la prima casa? Ecco le novità

Infine, un altro tema di cui ha parlato Giorgia Meloni è la necessaria modifica della normativa che sottende il Superbonus 110%: “Lo indirizzerei verso la prima casa – ha detto – ma bisogna senza dubbio tutelare gli esodati del 110%”.

Il nuovo Governo, quindi, potrebbe prevedere le agevolazioni edilizie solo per la prima casa di proprietà, oppure ridurre l’aliquota di detrazione per la seconda casa.

Superbonus 110%, novità e ipotesi: conclusioni

L’idea di cambiare il Superbonus 110% c’è, occorre solo definire in che modo il nuovo Governo cambierà l’agevolazione edilizia.

In primis è necessario ridurre l’aliquota di detrazione (tra il 60% e l’80%), oltre a rimodulare il calendario delle scadenze e ipotizzare una possibile proroga.

Successivamente, si potrebbe limitare l’applicazione del Superbonus solo alla prima casa, oppure ridurre la detrazione per la seconda casa.

Un’ultima ipotesi – di ardua applicazione – è la differenziazione dell’agevolazione in base al reddito del beneficiario.