Come rimuovere i nei maligni

Hai notato che ultimamente uno dei tuoi nei si è trasformato? Si è ingrandito o ha cambiato colore? Non sottovalutare questo cambiamento e rivolgiti ad un dermatologo poiché potrebbe trattarsi di un neo maligno da asportare. Certo, non sempre la diagnosi è questa, ma consultare uno specialista in tali casi e fare periodicamente un controllo nei sono buone pratiche. Inoltre un nevo dermico potrebbe risultare antiestetico e per questo si può desiderare di rimuoverlo. Scopriamo allora come individuare nei sospetti e le tecniche di asportazione.

Riconoscere i nei maligni: ecco tutto ciò che devi sapere

Per comprendere meglio i diversi tipi di nei e l’efficacia delle tecniche di rimozione, è innanzitutto il caso di capire cosa sono i cosiddetti nei o nevi.

Come si forma un neo

Essi consistono in macchie epidermiche originate da un accumulo di melanociti (cellule epiteliali) che creano, insieme ai tessuti in quel punto, una nuova massa. I melanociti si trovano su tutta la superfice della nostra pelle e producono il pigmento, la melanina, che le conferisce colore. Di solito i nevi hanno la stessa tinta della nostra pelle, oppure un colore rosato, marroncino o marrone scuro. Può trattarsi di un neo in rilievo o piatto e non destare allarmi. I nei sono assai frequenti e possono continuare a comparire fino a quarant’anni.

Quando i nei sono pericolosi

Ricorrere ad una rimozione neo maligno è spesso l’unica soluzione per evitare che una formazione atipica si trasformi in un problema di salute serio, come un melanoma ovvero un tumore della pelle.

Come individuare nei sospetti

L'”alfabeto dei nei” è un’ottima guida, facile e veloce, per individuare i nei sospetti.

  •  A come Asimmetria: se le due metà del neo sono diverse tra loro (asimmetriche);
  •  B come Bordi: se essi sono irregolari e frastagliati;
  •  C come Colore: nei che cambiano colore o che presentino policromia;
  •  D come Dimensioni: solitamente il diametro è di 2-3 millimetri. Se quest’ultimo supera i 6 millimetri, allora bisogna sospettare;
  •  E come Evoluzione: se aspetto, forma, dimensione e consistenza della macchia si trasformano velocemente (ad esempio se diventa un neo gonfio).

In tutti i casi in cui i suddetti criteri siano riscontrabili, è allora bene rivolgersi prima di tutto ad un dermatologo che sarà in grado di diagnosticare certamente meglio e con più sicurezza il nevo dermico.

Conseguenze di nei pericolosi

L’evoluzione di un neo potrebbe portare nei peggiori dei casi a melanomi: tumori della pelle che derivano dalla trasformazione maligna dei melanociti nel tessuto. Non solo melanomi: la degenerazione potrebbe consistere anche in basaliomi o spinaliomi, cioè epiteliomi della pelle. Essi sono frutto di una crescita anomala dell’epitelio, il tessuto che riveste tutta la superficie esterna e degli organi del corpo umano. Il basalioma, che colpisce le cellule basali, è il tumore cutaneo più comune, ma che causa meno dello 0,1% dei decessi per cancro.

Come togliere un neo

Si può procedere ad un intervento di asportazione solo in seguito ad un’accurata visita dermatologica. Anche se il neo in questione provoca solamente disagio estetico al paziente. In sede di visita il dermatologo procede infatti all’analisi del singolo nevo, ma anche ad una mappatura di tutti i nei presenti sul corpo del paziente, indagando su eventuali casi di tumori della pelle in famiglia.

Il videodermatoscopio computerizzato è uno strumento super tecnologico che ingrandisce la macchia fino a 100 volte, mostrando chiaramente particolari che altrimenti sfuggirebbero a occhio nudo. Grazie al videodemartoscopio la macchia viene fotografata e archiviata in formato elettronico. In occasione di controlli successivi, la macchina stessa procede al confronto tra le immagini, segnalando eventuali cambiamenti. Di conseguenza il dermatologo stabilirà se sia il caso di procedere con l’asportazione neo e solo in quel caso sarà possibile analizzare con certezza la natura della massa, grazie ad un esame istologico.

Esame istologico neo

Questa analisi sul tessuto esportato consente di accertare con sicurezza l’eventuale presenza di cellule tumorali. L’esame fornisce un dato fondamentale per stabilire spessore e tipo di melanoma e stabilire conseguentemente gli interventi successivi. Per poter compiere l’esame istologico è però necessario sottoporsi ad un piccolo intervento chirurgico, poco invasivo.

Dove togliere un neo?

Dopo aver consultato un dermatologo specialista, per l’operazione di rimozione è necessario rivolgersi ad un dermatologo chirurgo.

  • Asportazione chirurgica neo. Si tratta della metodologia più tradizionale anche perché è quella che permette l’esame istologico su tessuto rimosso. Si procede con un’anestesia locale; la parte su cui intervenire viene disinfettata e isolata e si procede con l’incisione col bisturi e l’asportazione del tessuto. Infine si realizza una sutura con fili chirurgici permanenti. La rimozione degli eventuali punti avviene a partire dalla settimana successiva, a seconda della zona operata.
  •  Asportazione chirurgica a “shaving”. È una variante della tradizionale operazione chirurgica ed è riservata a lesioni di natura benigna ma che comunque si vogliono sottoporre ad esame istologico. L’asportazione avviene come fosse una rasatura per fare in modo che guarisca come un’abrasione superficiale: la parte sottostante viene livellata con laser o diatermocoagulazione. La guarigione completa può richiedere oltre quindici giorni, con medicazioni adeguate per ridurre il trauma della ferita.
  •  Asportazione con laser. Le cellule dei nei vengono bruciate con il laser. La seduta è breve e in anestesia locale, precisa, senza perdite di sangue e la guarigione è assai veloce. Si presenta solo un arrossamento che passerà con una crema antinfiammatoria. Asportare i nei con laser non permette l’esame istologico, per questo si procede solamente in caso certo di nei benigni.

Togliere nei senza cicatrici è quasi impossibile; tuttavia, grazie ad un dermatologo chirurgo competente e trattando l’inestetismo con una crema per cicatrici chirurgiche efficace, è possibile ridurre al minimo i segni dell’intervento.