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Il termine recupero crediti spesso può incutere timore agli occhi del debitore. Infatti, essere in ritardo con il pagamento di un bene o servizio di cui si è usufruito può dare il via all’attività in questione da parte del creditore. Ma, prima di capire cosa succede se non si paga, è importante approfondire il significato di queste due parole.

Recupero crediti: cos’è e come funziona

Per recupero crediti si intende quell’insieme di attività messe in atto da un soggetto meglio noto come il creditore, per esigere una determinata somma in denaro da parte di un altro soggetto che, in questo caso, è riconosciuto come il debitore. Qualora quest’ultimo non avesse rispettato i termini di pagamento indicati al momento dell’acquisto, come ad esempio il saldo di una fattura o di una o più rate relative a un bene, a un servizio o a una prestazione, il creditore potrebbe decidere di dare il via al procedimento di recupero crediti.

Esistono, però, diversi vincoli da tenere in considerazione affinché la parte lesa possa avviare tale processo. Prima di tutto, è indispensabile capire se il credito da richiedere non sia caduto in prescrizione: ciò significa, infatti, che la somma dovuta dal debitore diventa inesigibile.

Se, al contrario, questa condizione non si presenta, il creditore può procedere all’attività di recupero crediti seguendo una serie di passaggi che diano la possibilità al debitore di ovviare al pagamento in maniera spontanea, ossia senza dover necessariamente rivolgersi all’autorità giudiziaria.

Recupero crediti: le attività stragiudiziali

Tra le attività stragiudiziali possibili, che sono anche quelle più comuni, c’è la Phone Collection: tramite una semplice telefonata, il creditore si rivolge al debitore per ricordare il pagamento della somma dovuta. Successivamente si passa al sollecito scritto, una sorta di richiamo formale nel quale si richiede il saldo di quanto dovuto, indicando un’ulteriore scadenza e anche un possibile piano di rientro qualora si voglia venire incontro al debitore. In entrambi i casi si tratta di un primo approccio che spesso mira a non ledere i rapporti tra le due parti, cercando di mantenere un tono amichevole e cordiale.

I solleciti in forma scritta possono essere anche due o tre nel caso in cui il debitore non proceda con il pagamento della somma dovuta, costringendo poi il creditore a procedere con una lettera di costituzione in mora. In quest’ultima, è contenuto un ulteriore avviso prima che il creditore decida di rivolgersi alle Autorità Giudiziarie, addebitando così le spese sostenute al debitore.

Recupero crediti: i vantaggi delle attività stragiudiziali

Le attività stragiudiziali di recupero crediti hanno sicuramente numerosi vantaggi: prima di tutto si riducono i tempi di attesa ed esecuzione. Infatti, procedere con una telefonata o con un sollecito scritto permette al creditore di entrare in contatto in maniera immediata con il debitore. Inoltre, i costi da sostenere sono sicuramente inferiori, dal momento che dare il via a una causa rivolgendosi a un avvocato o a una società specializzata in recupero crediti preveda anche delle ulteriori spese. Infine, se la parte in causa procede con il pagamento della somma dovuta entro i tempi stabiliti durante una delle due attività sopra elencate, il creditore riesce a incassare più rapidamente.

Recupero crediti: cosa succede se non si paga dopo le attività stragiudiziali

Non sempre, però, il recupero crediti si risolve in maniera spontanea a così entrano in causa le attività giudiziali. Il creditore, in questo caso, dovrà rivolgersi a un Avvocato specializzato – oppure a una società di recupero crediti – per capire quale azione intraprendere per ottenere quanto dovuto dal debitore. Si ricorda che è sempre giusto effettuare anche un’attenta valutazione del patrimonio a disposizione di quest’ultimo, soprattutto per evitare che la causa intentata si concluda con una nulla di fatto.