Coronavirus decreto Io resto a casa

Il Governo è al lavoro per definire le nuove regole da seguire in vista delle festività del Natale, di Capodanno e dell’Epifania. In particolare, dal 4 dicembre dovrebbe arrivare un nuovo Dpcm per Natale, ma alcune restrizioni potrebbero essere confermate.

Oltre allo slittamento del coprifuoco, si sta pensando di concedere ai negozi un orario di apertura prolungato, mentre per gli spostamenti tra Regioni e Comuni potrebbe arrivare una nuova stretta. La scuola è al centro dell’attenzione: con il nuovo anno, però, non tutti gli studenti potranno tornare sui banchi.

Nuovo Dpcm Natale: come avverranno gli spostamenti?

Una delle maggiori preoccupazioni del Governo in merito agli spostamenti tra Regioni e Comuni diversi da quello di residenza è il fatto che i contagi siano dettati proprio dai contatti interpersonali. Perciò, nel Dpcm di Natale, potrebbe avanzare l’ipotesi di concedere spostamenti soltanto tra le regioni inserite nelle zone gialle.

Eventuali deroghe, comunque, potrebbero riguardare anche le zone arancioni o rosse: saranno (forse) concessi gli spostamenti dettati da motivi di ricongiungimento familiare stretto.

Per quanto riguarda, invece, gli spostamenti tra Regioni per la consueta vacanza sulla neve, pare non saranno concesse deroghe. Il Governo, infatti, sta discutendo le proposte delle Regioni in merito all’apertura degli impianti sciistici al 50% della capienza, ma la situazione potrebbe non permetterlo.

Nuovo Dpcm Natale: negozi aperti fino a tarda sera

Un altro punto importante inserito nel nuovo Dpcm per Natale sarà la questione riguardante gli orari di apertura dei negozi. Soprattutto nel periodo natalizio, infatti, dare respiro ai commercianti risulterà essenziale per mitigare le perdite subite negli ultimi mesi.

Dunque, il Comitato Tecnico Scientifico sta valutando l’ipotesi di apertura dei negozi dalle ore 9 alle ore 22 per permetterebbe un flusso di clienti correttamente distanziati e nel rispetto di tutte le normative anti contagio. L’apertura riguarderebbe anche le realtà commerciali inserite nella zona rossa.

Si sta valutando, infine, la possibilità di aprire i centri commerciali anche nei fine settimana e nei giorni festivi, ma il Governo ritiene che questo possa portare alla formazione di assembramenti e code fuori dai negozi. Dunque, qualcuno propone di seguire le ordinanze del Veneto, dell’Emilia Romagna e del Friuli Venezia Giulia: grandi magazzini chiusi sabato e domenica.

Coprifuoco ridotto con slittamento alle 24?

Un’altra ipotesi al vaglio del Governo è quella di ridurre l’orario di coprifuoco portando il suo inizio alle ore 23 o 24. Pare che l’estensione alle 23 voglia favorire la frequentazione di negozi e bar, che potrebbero restare aperti fino alle 22, mentre a ridosso del Natale il coprifuoco potrebbe addirittura slittare alle 24 per permettere di accedere alle celebrazioni religiose.

Rimane, invece, in discussione il divieto di uscire dalla propria abitazione nella notte del 31 dicembre 2020 per evitare che i festeggiamenti per Capodanno si trasformino in nuovi focolai di contagio.

I ristoranti riapriranno dal 4 dicembre?

Sono ancora in discussione le nuove riaperture dei ristoranti nelle zone arancioni per pranzo. Infatti, nonostante il numero massimo di persone per ciascun tavolo rimanga fisso a 4, la possibilità d ritrovarsi insieme costituisce un grave rischio. 

Per tale motivo, anche nelle zone gialle, dal 4 dicembre i bar potrebbero dover continuare a chiudere alle ore 18.

Le ipotesi sulle scuole

In merito alla scuola, infine, la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina preme affinché anche i ragazzi delle scuole superiori possano tornare tra i banchi.

L’ipotesi del Comitato Tecnico Scientifico è quella di riaprire gli istituti superiori dal 7 gennaio 2021, ma potrebbe anche verificarsi un nuovo boom di contagi in concomitanza con l’inizio del nuovo anno.

Per quanto riguarda le classi delle scuole medie, invece, pare che con il nuovo anno i ragazzi residenti nelle zone rosse potranno rientrare nei loro istituti.

Ci sono ancora molte Regioni, comunque, che hanno introdotto ordinanze ancor più restrittive che andranno quindi impugnate di fronte al Tribunale.