Indennizzi

Con la nuova crisi epidemiologica legata al coronavirus il governo ha messo in atto un nuovo piano di aiuti alle aziende e alle partite IVA in difficoltà, con le attività ferme o fortemente ridimensionate per via delle restrizioni che hanno portato a brusche frenate o perdite nei bilanci rispetto al 2019.

Come già avvenuto durante la prima ondata con il decreto Rilancio, questa nuova serie di provvedimenti economici denominati appunto col nome di decreto Ristori (D.L. n. 137/2020) e Ristori Bis (D.L. n. 149/2020) rappresentano una serie di importanti incentivi per un gran numero di aziende e di partite IVA.

Le scelte politiche riguardo a questa nuova serie di provvedimenti sono abbastanza simili a quelle estive, con novità che però riguardano sia le modalità di calcolo del fondo previsto che le categorie effettive di soggetti che riceveranno il contributo.

Categorie previste dai decreti e le modalità di calcolo

Secondo quanto previsto nei nuovi provvedimenti, hanno diritto ad una somma a fondo perduto tutti i soggetti aventi partita IVA attiva al 25 ottobre 2020 con un’ovvia esclusione di tutti quei soggetti che hanno attivato la partita IVA successivamente.

Per quel che riguarda il calcolo del contributo, la regola generale (già usata per il decreto Rilancio) è che l’ammontare del contributo è determinato in percentuale sulla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 rispetto all’ammontare del fatturato e dei corrispettivi dell’anno precedente (aprile 2019).

Tale percentuale può essere del dieci, quindici o anche venti per cento per tutti i soggetti con ricavi o compensi, relativamente, non superiori a 400.000 euro, superiori a 400.000 euro e fino a un milione di euro, superiori a 1 milione di euro.

Oltre ciò va aggiunto e considerato anche il contributo minimo per un importo mai inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

Negli allegati 1 e 2 (valido solo per i residenti o per le attività in zona rossa) del Decreto Ristori Bis (che verrà probabilmente accorpato al Ristori 1) sono indicate nel dettaglio tutte le categorie coinvolte e la percentuale di contributo sulle differenze tra ricavi del 2019 e quelle del 2020.

Esempio di Calcolo

Esempio su un’attività alberghiera in zona gialla

– Attività ATECO: 551000 – Alberghi (persona fisica)
– Inizio attività: 10/02/2017
– Ricavi 2019: 350.000 euro
– Ricavi aprile 2019: 27.000 euro
– Ricavi aprile 2020: 3.000 euro
– Zona sede attività: Gialla
In questo caso, l’attività è presente nell’Allegato 1 con una maggiorazione del 150%
– dopo una verifica su ricavi aprile 2019: 27.000 -(2/3) = 18.000 > 3.000
– differenza ricavi aprile 2020/aprile 2019: 27.000 – 3.000 = 24.000
– contributo previsto ex Decreto Rilancio: 24.000 – (20%) = 4.800 euro
– contributo Decreto Ristori bis: 4.800 (150%) = 7.200 euro
Se l’attività fosse svolta in una zona rossa, avrebbe diritto ad un’ulteriore 50%, per cui si avrebbe:
– contributo Decreto Ristori bis: 4.800 (150%) = 7.200 +(50%) = 10.800 euro