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L’ipertrofia prostatica benigna, o IPB, è un ingrossamento della prostata con caratteristiche precise: la prostata, presente nell’apparato genitale maschile, è una ghiandola a forma di castagna posta nella zona inferiore della vescica. L’uretra, adibita al passaggio dell’urina verso la sua fuoriuscita, attraversa la prima parte della prostata; proprio in questo punto si può verificare un ingrossamento di una parte della prostata che, prendendo una forma a manicotto, allunga l’uretra e ne impedisce la movimentazione ad imbuto, utile nella pratica della minzione. L’ipertrofia, quindi l’ingrossamento di una porzione di questa ghiandola maschile, è di origine totalmente benigna e non ha nulla a che vedere con forme tumorali.

Sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna

I sintomi principali di questa condizione sono i seguenti: progressiva difficoltà ad urinare, sensazione di non completo svuotamento della vescica, getto dell’urina debole o intermittente, bisogno irrefrenabile di urinare spesso ma non in grandi quantità. Le conseguenze di questa serie di sintomi possono coinvolgere altri organi interni e creare problemi: sia che si abbia continuo bisogno di urinare o che ci sia addirittura un blocco di tale funzione fisiologica, l’ostruzione risulta evidente e va risolta. Ignorare questa sintomatologia significa maturare problemi a carico dei reni o a carico della vescica stessa.

Cause dell’ipertrofia prostatica benigna

Poiché i soggetti che la sviluppano appartengono ad un gruppo molto ampio e diversificato nelle abitudini quotidiane, le reali cause di questo problema non sono ancora completamente certe e note. Sicuramente l’alimentazione, lo stile di vita, fattori biochimici e ormonali possono essere ritenuti in parte causa di questa malattia. Fattore che accomuna i soggetti che ne vengono implicati, invece, è certamente legato all’età: col passare del tempo, infatti, i tessuti interni cambiano consistenza e si modificano e la loro normale evoluzione può essere rappresentata dall’ingrossamento.

Diagnosi dell’ipertrofia prostatica benigna

La diagnosi deve essere espressa dopo una visita urologica con esplorazione rettale, a cui seguono esami per completarne la descrizione: uroflussimetria, per osservare l’effettivo gettito urinario; ecografia dell’addome, per escludere complicanze legate a sovraccarichi della vescica; PSA, per escludere ulteriori malattie prostatiche.

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