Comunità Energetiche Rinnovabili
Fotovoltaico / Credit: Pixabay

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano uno degli strumenti più innovativi e promettenti per accelerare la transizione energetica. Cittadini, piccole e medie imprese ed enti locali vengono messi al centro del sistema.

Non sono semplici installazioni di impianti, ma vere e proprie associazioni legali basate sul principio dell’energia condivisa. L’obiettivo primario è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali alla comunità locale.

Cosa sono e come funzionano

Una CER è un soggetto giuridico, come un’associazione o una cooperativa, i cui membri si uniscono per produrre, consumare e scambiare energia prodotta localmente da fonti rinnovabili, come il solare fotovoltaico o l’eolico.

Il meccanismo chiave è l’autoconsumo diffuso e virtuale. L’energia viene prodotta da uno o più impianti (generalmente di proprietà dei membri o di un soggetto terzo), immessa nella rete di distribuzione locale e poi prelevata dai diversi consumatori della comunità in un momento successivo. La “condivisione” è virtuale, in quanto l’energia non viaggia direttamente dal produttore al consumatore della CER, ma utilizza la rete elettrica esistente. L’elemento essenziale è che tutti i partecipanti siano connessi alla stessa cabina primaria di trasformazione elettrica.

Il cuore economico del modello è l’energia condivisa, che viene calcolata istantaneamente come il valore minimo tra l’energia immessa in rete dagli impianti della CER e quella prelevata dalla rete da tutti i membri della comunità nella stessa ora. Su questa quantità di energia, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) riconosce un incentivo (una “tariffa premio”) per un periodo di 20 anni, oltre alla restituzione degli oneri non goduti.

I vantaggi per la comunità

I benefici derivanti dalla creazione e adesione a una CER si articolano su tre livelli.

Innanzitutto, a livello economico, si registra una sensibile riduzione delle bollette energetiche per i membri, grazie all’autoconsumo e al minor prelievo dalla rete. Inoltre, l’incentivo riconosciuto per l’energia condivisa genera un ricavo economico che viene poi ripartito tra i partecipanti secondo le regole stabilite dallo statuto della comunità. Per i Comuni sotto i 50.000 abitanti, il PNRR prevede anche un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi di investimento per la realizzazione degli impianti.

Per quanto riguarda invece i vantaggi ambientali, le CER accelerano la diffusione della produzione di energia “a chilometro zero” da fonti rinnovabili. Questo riduce la dipendenza energetica dai combustibili fossili. Contribuisce inoltre direttamente alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione nazionali ed europei.

Infine, sono rilevanti anche i vantaggi sociali, in quanto il modello energetico condiviso favorisce la coesione sociale e l’inclusione. Cittadini che non possono installare impianti propri (ad esempio chi vive in affitto o in condomini) possono comunque beneficiare dell’energia pulita.

La partecipazione attiva alla gestione energetica promuove inoltre una maggiore consapevolezza sui consumi e un senso di responsabilità condivisa verso la sostenibilità del territorio.