Mario Draghi

Quando entra in carica un governo, è suo compito nominare i vari ministri. Questi si distinguono in con o senza portafoglio. Ma cosa significa questa espressione?

La differenza tra ministri con e senza portafoglio

L’espressione “portafoglio” serve ad indicare la qualifica dei ministri e risale all’Italia liberale dell’Ottocento. Quando si parla di ministro “con portafoglio” si intende un componente del governo che è a capo di un Ministero, dotato di una capacità di spesa, di un bilancio, di uffici e funzionari. Sono “con portafoglio” i ministeri più importanti: Economia, Interno, Salute, Esteri, Giustizia, Lavoro, Istruzione, Università e ricerca, Difesa, Infrastrutture e Trasporti, Sviluppo economico, Politiche agricole, Cultura, Turismo e Ambiente.

Invece un ministro “senza portafoglio” fa parte del Consiglio dei Ministri ma non svolge alcuna funzione amministrativa, solo politica. Non è quindi a capo di un Ministero e non dispone di uffici alle sue dipendenze. A questo tipo di ministro vengono delegati i compiti da svolgere direttamente dal Presidente del Consiglio. La Costituzione italiana non riconosce, però, la figura del ministro senza portafoglio. È stata disciplinata dalla L. 400/1988. Inoltre la legge finanziaria del 2008 (1 n. 244/2007) ha stabilito il numero massimo di ministeri e funzionari. Possono essere nominati al massimo 12 ministeri e non più di 60 tra ministri senza portafoglio, viceministri e sottosegretari.

Ministri con e senza portafoglio nel governo Draghi

Le deleghe dei ministri senza portafoglio cambiano leggermente di governo in governo. Nell’attuale governo Draghi ci sono i ministri dei Rapporti con il parlamento, dell’Innovazione tecnologica e transizione digitale, della Pubblica amministrazione, degli Affari regionali e autonomie, del Sud e della coesione territoriale, delle Politiche giovanili, delle Pari opportunità e della Famiglia e della disabilità. Inoltre verrà ricostituito il Ministero del Turismo, con portafoglio. Questo era stato abolito nel 1993, per effetto di un referendum. Tuttavia la decisione di ripristinarlo è stata presa per via della grave crisi che sta attraversando il settore turistico a causa della pandemia di coronavirus.

La scelta dei ministeri da parte del governo Draghi è caratterizzato dall’equilibrio delle forze politiche presenti. Quattro ministeri, di cui due senza portafoglio, sono stati assegnati al Movimento 5 Stelle, partito che ha la maggioranza relativa in Parlamento. Tre ministeri, tutti con portafoglio, sono andati al Partito Democratico, tre ministeri, di cui uno senza portafoglio, alla Lega e tre ministeri, tutti senza portafoglio, a Forza Italia. A questi si aggiungono un ministero, con portafoglio, a Liberi e Uguali e uno senza portafoglio a Italia Viva.