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In questo periodo di difficoltà economica sono stati istituiti vari indennizzi, tra questi rientra anche quello ai commercianti. La legge di bilancio 2021, infatti, riapre lo spiraglio per questa categoria per quanto riguarda la ricezione di un indennizzo. Possono richiedere questo beneficio coloro che hanno chiuso l’attività commerciale e “rottamato” la licenza portandola al comune di riferimento. Non tutti i commercianti, quindi, hanno diritto all’indennizzo: spetta a coloro che hanno chiuso in via definitiva l’attività commerciale.

Indennizzo di € 516 al mese: che cos’è

Questo indennizzo viene erogato ai commercianti attraverso un assegno, il quale per il 2020 è di € 515,28 al mese. Il beneficiario potrà ricevere questo assegno fino a quando non raggiungerà i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia.

Indennizzo di € 516 al mese: i requisiti

I requisiti richiesti per accedere alla prestazione sono vari. Quello anagrafico è diverso a seconda che si tratti di una donna o di un uomo. Le prime devono avere 57 anni, mentre i secondi 62. Occorrono almeno 5 anni di contributi come titolari o di coadiutori dell’attività commerciale; che deve essere chiusa in modo definitivo. La licenza amministrativa dovrà essere consegnata al comune, con obbligo di cancellazione dal Registro delle Imprese, presso la Camera di Commercio (CCIAA)

Indennizzo di € 516 al mese: il blocco del Fondo

Le modifiche effettuate tramite la legge di bilancio 2021 servono a sbloccare il Fondo per le domande effettuate a partire dal 30 novembre 2019. L’art. 5 del D.L. n° 207/1996 specifica che l’erogazione dell’indennizzo è condizionata dalle risorse presenti nel Fondo.

L’INPS, con il messaggio n° 2347 del 5 giugno 2020, ha bloccato tale indennizzo. L’ente previdenziale, nel messaggio, evidenzia lo squilibrio attuale del Fondo e, di conseguenza, l’impossibilità di evadere il pagamento delle prestazioni.

Indennizzo di € 516 al mese: integrazione del Fondo

La legge di bilancio 2021, per risolvere questa problematica, ha introdotto una novità, che non sarà gradita ai commercianti. Per finanziare il Fondo occorrerà integrarlo mediante l’aumento dell’aliquota contributiva aggiuntiva. Quest’ultima passerà dall’attuale 0,09% allo 0,48%.

Per tutto il 2021 lo Stato si farà carico della copertura necessaria per erogare questo beneficio, ma nel 2022 gli iscritti alla gestione commercianti dovranno corrispondere l’aliquota compressiva non più del 24,09%, ma del 24,48%.

Questo indennizzo esiste da alcuni anni, le varie leggi di bilancio lo hanno sempre rinnovato. Nel 2019 è stato deciso come beneficio stabile, non soggetto a proroga. La crisi economica di questi ultimi mesi, a causa della pandemia, ha visto molte attività economiche chiudere. Il Fondo, però, non ha la copertura sufficiente per soddisfare tutte le richieste. Per questa ragione la legge di bilancio 2021 ha dovuto innalzare l’aliquota contributiva aggiuntiva.