Migranti Ocean Viking

La guardia di Finanza responsabile a La Spezia, in seguito a varie indagini, ha scoperto un caso di caporalato emanando ben otto ordinanze di custodia cautelare. Di questi indagati, la maggior parte è stata disposta in carcere, con uno solo recluso agli arresti domiciliari. Inoltre, sono stati posti sotto sequestro ben 900.000 euro.

L’operazione in questione rientra in una fitta rete di attività svolte a La Spezia, Ancona, Carrara e Savona. L’organizzazione sottoposta alle indagini è stata accusata di aver minacciato e sfruttato operai stranieri. Oltre 150 operai di origine straniera sono stati disposti in attività di costruzione navale, più precisamente riguardante gli yacht di lusso.

La ditta, stando alle dichiarazioni, sottoponeva i suoi lavoratori ad una condizione lavorativa disumana, con turni massacranti e perlopiù senza alcuna pausa o regolare assicurazione. In caso di assenza dal posto di lavoro, di conseguenza, la misera paga oraria di 4 euro l’ora non veniva in alcun modo riconosciuta agli operai. Inoltre, gli operai soggetti a qualsiasi tipo di infortunio non dovevano fare riferimento al modo in cui era avvenuto.

La Spezia: i personaggi coinvolti nella vicenda e la questione “pagamenti”

Le indagini svolte a La Spezia hanno fatto emergere altri abusi riversati sugli operai. Difatti, gli operai venivano ripetutamente minacciati di percosse e sbeffeggiati in più occasioni. I lavori a cui venivano sottoposti erano di un elevato tasso di infortunio, essendo mansioni rischiose quali la verniciatura di imponenti yacht e la saldatura.

Nonostante i pagamenti sembrassero inizialmente regolari, si è poi scoperto essere tutti degli espedienti per far sì che una parte di denaro tornasse nelle mani dei “caporali”. Il meccanismo architettato venne escogitato in gran parte da un consulente del lavoro residente ad Ancona, il quale si occupava di predisporre delle buste paga falsificate.