Marco Zoppi sul trust

Se fino a qualche anno fa i contenziosi in materia di responsabilità medica venivano avviati solo in casi di evidente negligenza del dottore, oppure se la condizione del paziente diventava gravissima o addirittura mortale, oggi i dati mostrano un 300% di incremento del fenomeno in soli 5 anni. E se da una parte i pazienti o i familiari decidono di rivolgersi con facilità ad un legale, dall’altra si corre il rischio che i medici, per paura di future azioni giuridiche, si rifiutino di eseguire anche i più normali interventi.

Per capire meglio i rischi che i medici corrono, abbiamo posto alcune domande a Marco Zoppi – fondatore del Global Capital Trust, una compagnia svizzera che grazie alle sue figure interne aiuta i clienti nella protezione e trasmissione dei propri patrimoni alle generazioni future.

Quale è la situazione attuale che protegge i nostri medici?

Lasciando da parte la questione della responsabilità professionale medica così come ridefinita dalla c.d. riforma Gelli (L. n. 24 dell’8 marzo 2017) e delle conseguenti misure a tutela dei pazienti, ci occupiamo qui dell’altra faccia della medaglia, del problema relativo alla tutela del professionista e dei suoi familiari.
Da sempre i medici vengono invitati a sottoscrivere delle polizze assicurative, che offrono delle tariffe agevolate con compagnie partner. Purtroppo, le condizioni e i limiti di queste polizze non sono sempre chiari e con l’aumento dei contenziosi i professionisti chiedono chiarimenti e maggiori garanzie, non solo per sé stessi, ma soprattutto per i familiari che potrebbero risentirne in termini di perdita del patrimonio.

Pensa che tutelarsi con una polizza basti?
Dipende dal tipo di contratto, quasi sempre non si è mai abbastanza protetti. O meglio, i beni che appartengono alla famiglia del medico non sono messi al sicuro. La nostra esperienza internazionale sulla protezione dei beni da futuri creditori ci mette nelle condizioni di affrontare il problema del rischio professionale medico sotto una nuova luce estremamente innovativa, con un approccio assolutamente più tutelante rispetto ad uno assicurativo. Cerchiamo di studiare la soluzione migliore e mettiamo sotto protezione tutti i beni della famiglia, attraverso la particolare caratteristica offerta dall’istituto del trust nella segregazione dei beni.

Può spiegarci cosa intende per trust?

Il trust è un istituto giuridico di origine anglosassone, regolato nei sistemi di common low, che solo di recente ha fatto ingresso nel nostro ordinamento ed è molto apprezzato per la sua flessibilità e la capacità di impiego in numerosi casi di protezione patrimoniale, ottimizzazione fiscale e successoria. Tornando al caso del rischio derivante da responsabilità professionale medica, il trust è una sorta di cassetta di sicurezza virtuale, dove il medico inserisce tutti i beni che vuole proteggere da eventuali creditori. L’operazione di conferimento deve essere fatta in bonis, cioè in un momento non sospetto; il trust deve avere un trustee differente dal disponente, ovvero non deve essere un trust autodichiarato e deve essere assolutamente discrezionale e irrevocabile. Il patrimonio può essere protetto in ogni sua forma e, nel caso di beni immobili, il trust si rivela efficace in ambito fiscale successorio.

Quali sono i vantaggi di questa procedura che la Global Capital Trust offre?

La tassa di donazione e successione, in linea diretta padre e figlio, è del 4% calcolato sul valore catastale dell’immobile, inoltre con un catasto che ancora oggi non è aggiornato le valutazioni sono molto competitive. Il servizio offre un’importante franchigia di un milione di euro a beneficiario; ma la situazione non durerà a lungo poiché l’Europa ha già richiesto all’Italia di adeguarsi alla media europea, ovvero una tassa di successione del 25% senza franchigia.
Questo vuol dire che conferendo un immobile oggi in un trust, si possono sfruttare le vantaggiose leve fiscali e il beneficiario, alla scadenza del trust stesso, può ritirare l’immobile senza dover pagare alcuna tassa.