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Il bonus sicurezza prevede agevolazioni fiscali per l’acquisto di allarmi, secondo quanto previsto dalla legge 208 del 2015 al comma 982 dell’articolo 1. Si tratta di un nuovo credito di imposta che può essere sfruttato per gli acquisti di telecamere per la sorveglianza, finalizzati al miglioramento della sicurezza dei negozi e dei punti vendita. A poter usufruire di questa agevolazione sono le persone fisiche – e non le imprese, come in passato – per una detrazione fiscale che può essere inserita nel 730. Il beneficio fiscale in questione coinvolge gli impianti di videosorveglianza e allarme, ad eccezione di quelli comprati nel contesto di attività di lavoro autonomo, che possono già essere dedotti dal reddito professionale. Il decreto ministeriale del 6 dicembre del 2016 del ministero dell’Economia e delle Finanze contiene i requisiti che devono essere rispettati per beneficiare del bonus.

Che cosa si può comprare sfruttando il bonus

Il bonus permette di approfittare di agevolazioni per i costi sostenuti per l’acquisto di impianti per la videosorveglianza in casa e per la vigilanza notturna. L’articolo 2 del decreto specifica nel dettaglio gli ambiti di applicazione, parlando di sistemi di allarme e di sistemi di videosorveglianza digitale, ma anche di spese relative ai contratti sottoscritti con istituti di vigilanza per il contrasto e la prevenzione di attività criminali. Le spese possono essere sottoposte a credito di imposta a patto che riguardino immobili che non vengono impiegati per il lavoro autonomo o per l’esercizio di attività di impresa. Il credito di imposta, inoltre, è ridotto del 50% per le spese sostenute per immobili adibiti a uso familiare o personale del contribuente e promiscuamente al lavoro autonomo o all’esercizio di attività di impresa.

Le detrazioni per i sistemi di videosorveglianza per la casa

Il bonus, in sostanza, fa sì che chi acquista un impianto di videosorveglianza possa approfittare di una detrazione fiscale, che riguardi non solo il costo dell’acquisto, ma anche le spese sostenute per l’installazione o, per esempio, i canoni da pagare nel caso in cui si usufruisca di un servizio di assistenza remota (che, a fronte del pagamento di una quota mensile, garantisce la videosorveglianza di un immobile 24 ore su 24). Non sono previste limitazioni in relazione alle caratteristiche dell’impianto, che può essere di tipo analogico, di tipo digitale, con il wifi, senza wifi, a onde radio, e così via. A essere tutelato è il fine a cui l’allarme si rivolge, e cioè il diritto del cittadino di proteggersi.

Come richiedere le detrazioni

Chi fosse interessato a richiedere e ottenere l’agevolazione deve presentare un’istanza telematica ad hoc, tenendo a portata di mano il proprio codice fiscale e quello del fornitore del servizio o del bene per cui si chiede il bonus. Inoltre, è necessario fornire all’Agenzia delle Entrate il numero delle fatture relative, il loro importo e la loro data (tenendo conto dell’imposta sul valore aggiunto), indicando se la fattura riguarda un immobile utilizzato per uso personale o familiare o per uso promiscuo. La trasmissione dei dati può avvenire solo per via telematica; sul sito Internet Agenziaentrate.gov.it è disponibile in maniera gratuita il software Creditovideosorveglianza, che consente la compilazione e la trasmissione dell’istanza.

Per ciascuna istanza viene rilasciata dal sistema telematico una ricevuta. Chi lo desidera può presentare una richiesta sola in cui siano riportati i dati del totale delle spese sostenute per l’anno in corso; se uno stesso soggetto presenta più di una istanza, quella valida è l’ultima, che annulla e sostituisce tutte le altre. Nel 2010 furono più di 5mila le istanze che vennero autorizzate per l’ultimo bonus sicurezza concesso, ma quasi 4mila non erano state accolte per mancanza di fondi e una copertura economica non sufficiente.