Bambini bilingue: svantaggio o beneficio

In Italia ci sono milioni di bilingue, e sempre più bambini nascono e crescono in famiglie con genitori di due lingue native diverse.
Si discute da molto tempo su questo fenomeno in crescita, e sugli effetti che ha sui bambini, sulla loro formazione e soprattutto sul loro apprendimento.
I bambini che hanno i genitori di due madrelingue diverse hanno delle potenzialità superiori rispetto ai coetanei che crescono in famiglie monolingue.
Ma non basta certo che, ad esempio, la madre parli in inglese e il padre in italiano: per sviluppare due lingue nello stesso momento, il bimbo ha bisogno di essere esposto, di frequentare, di ascoltare e di parlare due lingue, a cui lui attribuisce la stessa importanza.

Per chi decide di regalare al proprio figlio la preziosa opportunità di crescere bilingue, esistono anche tutor specializzati su siti come Preply.
Preply è una piattaforma che mette in contatto con insegnanti madrelingua nella propria città, o a distanza, ad esempio via Skype, con corsi di lingue individuali e personalizzati per bimbi di tutte le età, a prezzo conveniente.

Il valore sociale delle lingue è importante

Tutte le lingue sono uguali dal punto di vista del valore linguistico, ma non da quello sociale.
Se uno dei genitori mette da parte la propria lingua, ad esempio perché è immigrato, sarà il primo a non dare importanza alla sua lingua e quindi a non trasmetterla ai figli.
Parlerà, nel caso dell’Italia, in italiano, lasciando un ruolo marginale alla sua lingua.
Oppure, la lingua madre di uno dei genitori non ha uno status sociale elevato, come purtroppo può capitare con l’arabo o l’ucraino.
In questo caso, anche se il bambino viene esposto con regolarità a due lingue fin da piccolino, potrebbe accantonare quella considerata “inferiore” intorno a i 6 anni quando si confronta con gli altri bambini a scuola.


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Bilingue fin da piccoli è bello e utile

Molti studi confermano che i benefici di crescere in un ambiente bilingue sono superiori agli svantaggi.
In primo luogo, il bambino che conosce e parla fin da piccolo due lingue diverse ha un vantaggio culturale, perché impara molto presto che esistono culture e persone diverse da lui, sviluppando quindi concetti fondamentali in un’epoca globalizzata come la nostra, come la tolleranza e il rispetto del diverso. Il vantaggio è poi anche cognitivo.

Un bambino che padroneggia due lingue invece di una fin da piccolo è più portato a conoscere il funzionamento della struttura metalinguistica, cioè di come funziona una lingua, e sarà sempre facilitato verso l’apprendimento di altre lingue.
I benefici riguardano poi anche la risoluzione dei problemi, perché la capacità di passare da un codice linguistico all’altro permette ai bambini di migliorare l’attenzione selettiva, cioè di saper cogliere le informazioni più importanti in un contesto per risolvere un problema.
Un altro vantaggio non trascurabile è quello economico. Un bambino che conosce due o più lingue al livello nativo avrà, da grande, più possibilità di lavoro, sia in Italia che all’estero.


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Qual è l’età migliore per insegnare due lingue ai bambini?

Gli studi confermano, che fin dalla nascita, il bambino ha una predisposizione innata all’apprendimento del linguaggio, quindi può imparare varie lingue contemporaneamente.
Questa capacità è ai suoi massimi livelli dalla nascita fino ai 6 anni circa, poi inizia a calare.
Per questo motivo è importante favorire lo sviluppo bilingue fin da piccolissimi.
È stato notato che alcuni bambini bilingue possono avere un leggero ritardo nello sviluppo linguistico e nel vocabolario delle lingue nei prima anni di vita, ma questi ritardi si risolvono al momento dell’ingresso a scuola, quindi verso i 6-7 anni.

Come si insegnano due lingue ai bambini?

Avere dei genitori che parlano due lingue diverse non basta.
I bimbi devono percepire che queste lingue hanno la stessa importanza, e devono avere la possibilità di “frequentarle” entrambe.
Quindi, l’ideale sarebbe che il bambino possa parlare, fare domande, rispondere e ascoltare la lingua madre di ciascuno dei genitori, attraverso mamma e papà, meglio ancora se in altri contesti, con altre persone, come babysitter e insegnanti, il più possibile.
Ad esempio, il padre può parlare al bimbo in inglese e la mamma in italiano, scegliendo poi di volta in volta una lingua o altra per le conversazioni comuni, i film, le canzoni.