Conti di deposito in Italia

Nel panorama dei prodotti finanziari continua a recuperare terreno il conto deposito, che ormai tallona il conto corrente tradizionale nelle preferenze degli italiani, grazie a vantaggi superiori e costi inferiori.

Guadagnare di più con meno costi di gestione. Basta questa semplice frase a raccontare i motivi del prodotto finanziario che in questo 2016 sta facendo registrare i migliori trend di crescita in Italia, ovvero il conto di deposito, che sta rosicchiando quote di mercato al suo “fratello maggiore”, il conto corrente tradizionale, che comunque resiste in cima alle preferenze dei risparmiatori nostrani nonostante notizie a volte poco rassicuranti e positive.

Analisi sui conti deposito. Secondo le ultime analisi sul settore, il 40,4 per cento di italiani che ha utilizzato un conto di deposito ha tra i 41 e i 55 anni; molto interessante è scoprire, poi, che aumenta anche la giacenza media, visto che oltre il 32 per cento degli utenti ha depositato una cifra superiore a 50mila euro, mentre solo 12 mesi fa la quota era inferiore al 30 per cento. Non cambia, invece, la preferenza sul deposito di tipo vincolato, scelto in quasi 8 casi su dieci rispetto a quello che invece non prevede alcun vincolo; per quanto riguarda il periodo dell’investimento, la durata media è compresa tra i 7 mesi e 1 anno.

Irrompe il web. Va poi sottolineata una nuova tendenza che ben fotografa il cambio di abitudini in Italia: nella maggioranza assoluta dei casi, infatti, i richiedenti hanno utilizzato i nuovi canali online e digitali, preferiti dal 51,6 per cento delle persone, mentre invece si reca in filiale solo il 7,5 per cento del totale. Il web, dunque, è diventato protagonista assoluto anche dei servizi finanziari e dei prodotti bancari, grazie alla diffusione di nuovi sistemi come quelli proposti da ING Direct, colosso europeo dell’home banking virtuale, che attraverso il suo conto deposito Arancio ha intercettato la richiesta e le esigenze del mercato del risparmio italiano.

Fattori di successo. Come dicevamo in apertura, possibilità di guadagno sicuro e riduzione delle spese di gestione sono due caratteristiche vincenti del conto deposito, le chiavi con cui si è fatto strada anche in una platea generalmente tradizionalista e timorosa in campo di investimenti, come quella italiana. E forse un ruolo in questo progresso lo hanno avuto anche le note vicende di cronaca, che hanno ulteriormente convinto i risparmiatori sia della necessità di diversificare il portafogli di prodotti, sia dei risvolti poco positivi del comune conto corrente.

Conto corrente, sorprese negative in arrivo. Seguendo una tendenza che ormai prosegue da anni, infatti, i conti correnti non riescono più a garantire tassi di interesse per i capitali depositati, e i loro costi continuano a proseguire: ne sanno qualcosa i clienti di Istituti come il Banco Popolare, che saranno costretti a fine anno a spendere una “maggiorazione” di 25 euro sui costi del proprio conto corrente, necessari a coprire il contributo al Fondo nazionale di risoluzione delle crisi bancarie, istituito presso Banca d’Italia per avviare il salvataggio delle quattro banche finite in risoluzione nel novembre dello scorso anno (Banca Marche, Etruria, CariFerrara e cariChieti).

Salgono i costi dei conti correnti. Una situazione che non è isolata sul piano nazionale, visto che già da luglio Unicredit ha ritoccato al rialzo il canone mensile di alcune tipologie di conto corrente, mentre Ubi Banca in estate ha annunciato l’aumento di 12 euro annui dei costi del conto corrente. In tutti i casi, gli istituti si “difendono” citando come motivazione la crisi del sistema bancario, che sta nuovamente vivendo una fase contestuale complessa, resa ovviamente più acuta dagli andamenti ancora critici dell’economia. Una situazione che però sembra colpire in modo particolare i risparmiatori, o almeno quelli che non hanno ancora cambiato prodotto e capito i veri vantaggi del web.