selfie

È ormai notizia accertata che l’autoritratto ottenuto tramite dispositivi elettronici, smartphone, tablet, fotocamere digitali compatte o webcam del PC, utilizzati da brevissima distanza e con una frequenza elevata, sprigioni una scarica di radiazioni elettromagnetiche in grado di penetrare negli strati profondi del derma, deteriorandone la tessitura molecolare, come i raggi ultravioletti emessi dal sole. I risultati della ricerca scientifica, recentemente divulgati dal dottor Simon Zoakei, direttore medico della clinica londinese in Harley Street, dedicata alla cura e alla prevenzione delle malattie dermatologiche, hanno destato viva preoccupazione nel mondo dei blogger che, per motivi di lavoro, scattano un numero giornaliero elevatissimo di selfie. Alcuni hanno sollecitato l’intervento medico dopo aver notato comparire sulla pelle del volto strane macchie, anomalie e fastidiose irritazioni.

La scienza conferma che anche la luce blu dei teleschermi deteriora la pelle, provocandone l’avvizzimento, le rughe e un precoce invecchiamento. Che i raggi Hev, High Energy Visible o luce visibile ad alta energia, provenienti dagli schermi fossero in grado di penetrare il corpo umano provocando il surriscaldamento dei tessuti era noto prima che la selfie-mania irrompesse nelle abitudini comunicative collettive con il desiderio della condivisione fotografica di eventi e incontri significativi da album multimediale dei ricordi.

L’uomo non conosce ancora gli effetti del fenomeno “elettrosmog”,  forma d’inquinamento tecnologico in grado di influenzare persino la psiche e il tono dell’umore riducendo la produzione di melatonina della ghiandola pineale. La potenza invasiva con cui le lunghezze d’onda d’origine elettronica aggrediscono le cellule costituisce il pericolo maggiore per la pelle che subisce l’interruzione della catena del DNA con danni irreversibili. Inesistenti unguenti o creme in grado di sostituire gli strumenti “autoprotettivi” di cui è dotato, naturalmente, il corpo umano. La prima difesa della salute deve quindi avere origine dalla prevenzione e dalla cura metodica del viso. Teniamolo costantemente deterso con un’acqua micellare idonea al nostro fenotipo, adatta a sollecitare l’osmosi positiva che consente alle cellule di lavorare in equilibrio tra loro, lasciando andare le cariche negative e caricandosi d’energia positiva. Assumiamo antiossidanti, gli unici oligoelementi in grado di fronteggiare l’usura del DNA e sopperire alla perdita di sostante nutritive e minerali essenziali. Periodicamente concediamoci un selfie con una “risata a mani libere”.