Gioco online

Non vi è dubbio che la Commissione Antimafia, che sta valutando le infiltrazioni mafiose nel mondo del gioco lecito ed illecito, stia facendo un lavoro dettagliato ed approfondito come la tematica richiede. Bisogna arrivare ad ottenere una “fotografia” esatta del rapporto tra gioco nei siti di casino e legalità e, soprattutto, “zoommare” particolarmente sulle cosiddette zone d’ombra che ancora ci sono nel comparto, a causa della mancanza di esatte normative nazionali che tutti stanno aspettando. In effetti, per poter intervenire con proposte concrete e normative particolarmente indirizzate ad ogni problematica, bisogna avere questa benedetta “fotografia generale” che evidenzi ciò che ancora di più si può “mettere sul piatto” per rendere il gioco lecito più sicuro ed intoccabile dalla malavita che sembra proprio “gradire” questo settore.

Il lavoro che la Commissione Antimafia sta svolgendo è imponente ed ha conglobato anche un ciclo di audizioni di “addetti ai lavori” che ancora non è finito. Si è presentato agli occhi del Decimo Comitato contro le infiltrazioni criminali nel gioco, un quadro di progressiva ed incessante emersione di numerose situazioni illegali che sono “tornate alla luce” anche per la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e delle Forze dell’Ordine che hanno contribuito ad individuarle. Sono stati attivati recuperi di imposte, elevate innumerevoli sanzioni e tante denunce e sequestri penali, nonché misure di carattere cautelare: una situazione di monitoraggio e di controllo più che soddisfacente, ma non ancora sufficiente.

Queste attività volte a giocare nei casino online devono essere intensificate ancora di più, ma dovranno essere dimensionate al numero dei punti gioco che ci saranno sul territorio. Gli strumenti per combattere l’illegalità ci sono, ma vanno “aggiornati” così come, purtroppo, si aggiorna la “mente criminale”. Quest’ultima è assolutamente in grado di adeguarsi agli ostacoli che “la legalità”impone ed alle barriere che lo Stato “mette in gioco” per impedire alla criminalità di infiltrarsi nella filiera legale del gioco, oppure per riuscire ad organizzare addirittura una “rete illegale” ben costituita e malavitosa. Gli strumenti della legalità devono essere più ficcanti e più “invisibili” agli occhi della criminalità che sembra essere sempre un “passo avanti”.

La preoccupazione politica è quella di lottare strenuamente contro l’illegalità e “mettere ancora più controlli” su tutta la filiera: i concessionari vengono già sottoposti a tantissimi monitoraggi essendo “riserva di Stato” ed in questo contesto forse si potrebbe addirittura innalzare la soglia per iscriversi all’albo nazionale. Poi, si potrebbero effettuare ulteriori e preventive verifiche anche per i gestori e per gli altri interpreti della filiera sino ad arrivare, e forse qui sarà l’impegno maggiore della politica, ai produttori di software e degli hardware delle “famigerate macchinette”.

Insomma, si potrebbe tranquillamente dire che il gioco lecito è tenuto sotto controllo, monitorato, valutato ma non è ancora sufficientemente tutelato e protetto data la presenza della “rete illecita” che si fa fatica a combattere in tutte le sue forme. Non sono bastate le sanatorie dello scorso anno, riportate anche nella attuale Legge di Stabilità 2016, a far emergere centri di trasmissione dati che si sono voluti legalizzare: troppi hanno desistito e non hanno aderito alla proposta dello Stato. Quelli, invece, che vi hanno aderito, sono sempre “praticamente illegali” in quanto non sono stati, ancora oggi, collegati alla rete “ufficiale” ed ancora possono comportarsi come prima, offrendo prodotti più appetibili, in orari “liberi”, ed in location non certo “defenestrate” in periferia come succede ai punti gioco leciti.