Letter to Liz Cheney

Penso che tutti sappiate cos’è AfterEllen – dico, l’ho spiegato QUI, non mi state attenti!
Una delle mie autrici di AE preferite è Heather Hogan.

Heather proviene dal profondo sud degli Stati Uniti, cioè dalla Georgia, è – udite, udite! – gay e ha una sorella etero, Jenn Fitzpatrick (@editorjenn su twitter), scrittrice e editor.

Questa sorella ha scritto una lettera aperta a Liz Cheney, candidata del Partito repubblicano per il Senato, che è stata pubblicata su AE un paio di settimane fa. Traduco la lettera perché è davvero figa e anche perché fratelli e sorelle italiani prendano posizione, dalla nostra parte, possibilmente.

Care donne etero, è ora di difendere i diritti delle vostre sorelle gay

Quando, a novembre, Liz Cheney ha annunciato su Fox News di sostenere il matrimonio tradizionale (nonostante il fatto che sua sorella Mary Cheney sia gay dichiarata e sposata), nessuno è rimasto sorpreso più di tanto, credo. Dopotutto, al Senato Liz potrebbe essere battuta da Mike Enzi nella roccaforte conservatrice del Wyoming e sappiamo tutti che, quando si corre per le primarie repubblicane, l’unica direzione da prendere è l’estrema destra. Alla signora Cheney la domanda è stata posta in più occasioni, d’altronde avere una sorella lesbica è sempre un bel problema se si vuol vincere le elezioni e restare comunque repubblicani. Non sorprende nemmeno che l’ex vicepresidente Dick Cheney sia intervenuto in difesa delle posizioni della figlia etero (e contro i diritti civili dell’altra figlia).

Anch’io sono una donna etero, sposata, ho una sorella gay e provengo da uno Stato superconservatore. Perciò Liz, perdoni se mi permetto, ma vorrei rivolgermi direttamente a Lei, visto che abbiamo molto in comune. Lei difende il matrimonio tradizionale. Io vorrei avere una vaga idea di cosa vuol dire. Vorrei che non fosse una risposta preconfezionata, data da una persona preconfezionata solo per soddisfare il minimo comune denominatore dell’elettore che ha paura che I Gay stiano arrivando per rubargli i figli e il posto al PTA [associazione genitori-insegnanti, ndt].

Spero che Lei sappia che il matrimonio tradizionale – quello della Bibbia, per intenderci – a volte prevedeva un marito e una moglie e altre volte prevedeva un marito e molte mogli, altre volte ancora prevedeva un marito, molte mogli e molte concubine. Altri esempi di matrimoni tradizionali, sempre nella Bibbia: un uomo, una donna e la proprietà di lei! Un uomo e la vedova del fratello! Un uomo e la donna che ha violentato! Un uomo soldato e la donna resa prigioniera in guerra!

Questa versione “un-uomo-e-una-donna” è solo la punta dell’iceberg del matrimonio tradizionale, ma anche se Lei avesse capito quella parte (e invece no), avrebbe ancora torto marcio.

Ascoltate, donne etero. Se anche c’è stato un tempo in cui far finta di niente sull’argomento poteva andare bene, quel tempo è passato. Non è più accettabile appoggiare le nostre sorelle in privato, ma tacere e restare sul vago quando l’argomento è al centro di qualche conversazione educata. Dobbiamo fare qualcosa di più per la felicità delle nostre sorelle. Dobbiamo dare il nostro tempo e il nostro impegno e il nostro voto a coloro che stanno lavorando per migliorare la vita di chi ci è più vicino.

Vogliamo tutte bene alle nostre sorelle, pur se in lingue e modi differenti. Magari è stato sconvolgente scoprire che vostra sorella è gay. Magari avete faticato ad accettarlo. Magari va contro gli insegnamenti che sono stati piantati come piccoli semini nella vostra testa quando eravate ancora bambine. Magari state ancora cercando di estirpare le erbacce nate da quei semini.

O magari siete andate ai Pride con la maglia “etero, ma non bigotto”. Magari l’adesivo dell’HRC sulla vostra auto è ormai irriconoscibile e l’adesivo della PFLAG [Agedo, in Italia, ndt] è stato già sostituito due volte. Magari sapevate che vostra sorella era gay dieci anni prima che lei stessa lo scoprisse. Quando Heather lo ha detto a me credo di aver risposto “lo so” e “era ora”. Ma la cosa più importante è stata: «Ti voglio bene». Il resto sono solo sciocchezze.

Se siete abbastanza fortunate da avere una sorella, saprete ormai come funziona. Se vostra sorella vi ruba i libri de Il club delle baby sitter per costringervi a uscire a costruire un forte con lei, prima la prendete a pedate e poi andate fuori a costruire un forte insieme. Se lei prende il vostro ragazzo del liceo e lo porta fuori dall’aula giusto per dargli il tormento, lo dite ai vostri genitori. (I quali probabilmente le daranno una mancia extra perché anche loro odiavano quel ragazzo.) Ma quando i diritti fondamentali di vostra sorella si dissolvono nel vento? Quando qualcuno vi chiede di punto in bianco se difendete il suo diritto ad amare chi ama e se quell’amore è la stessa espressione di quello del vostro cuore? In tal caso, prendete posizione e combattete a spada tratta, perché nessuno – nessuno! – ha il diritto di andare contro la vostra famiglia. Nessuno ha il diritto di sminuire o umiliare l’amore che le nostre sorelle provano per le loro compagne. Nessuno ha il diritto di dire loro che valgono meno, che sono cittadine di seconda classe, che meritano soltanto un – come la grande Ruth Bader Ginsburg l’ha definito – “matrimonio parzialmente scremato”.

Quando vostra sorella s’innamora, non dovrebbe importare cosa dice un libro vecchio di migliaia d’anni o quali sono le vostre aspirazioni politiche. Quando vostra sorella s’innamora, la abbracciate, le offrite una birra e le chiedete dove mettere l’abito da damigella. E poi minacciate di prendere a calci la sua ragazza, ma principalmente perché nessuno è all’altezza delle nostre sorelle, uomo o donna che sia. E lo sapevamo ancor prima di costruire quel forte.

Prendete posizione, donne etero. State al fianco delle vostre sorelle e, se necessario, state loro davanti. Ma per l’amor del cielo, non siate mai, mai quelle che sparano.

Lettera in inglese