Populaire, la divertente commedia romantica diretta da Régis Roinsard e interpretata da Romain Duris, Déborah François e Bérénice Bejo. Al cinema dal 30 maggio.

La Francia è maestra del cinema e ultimamente le va riconosciuto, senza grossi dubbi, che sa creare piccoli e graziosi film che diventano prelibate praline di cioccolata tutti da gustare; sapendo fondere, citare, omaggiare i grandi Maestri del passato con una grazia rievocativa che oserei definire proustiana.

Tutti pazzi per RoseTutti pazzi per Rose si ascrive senza dubbio in questo ambito, così come lo poteva essere stato The Artist o anche Il favoloso mondo di Amélie.

Un film che già dalla sigla si inserisce nel filone rievocativo del cinema americano degli anni ’50: il cinema di Doris Day, ma anche Audrey Hepburn e Kim Novak e non è un caso che molte di queste dive siano attaccate ai muri della camera da letto di Rose, come sue eroine/icone.

La giovane e impacciata protagonista che incontra il giovane brillante, che l’assume come segretaria e ne scopre le doti dattilografiche innate da invogliare e accrescere, non potrebbe che ricordare My Fair Lady e Cenerentola.

Certo, fosse solo uno scimmiottamento del cinema americano di quel periodo si risolverebbe in uno sterile e scontato esercizio di stile. Ma il film è ben inserito, calato, imbevuto della cultura francese: dall’ambientazione – quella Normandia che alla fine degli anni ’50 ancora ha impressa a caldo nella memoria la liberazione nazionale e le lotte ad essa associata, ma anche propriamente nel cinema francese, nella sensualità tipica di Godard – al clima registico più propriamente tipico della nouvelle vague.

PopulaireInsomma, nell’incontro di due stili, nella citazione delicata e mai sfacciata di un cinema che rimane comunque amato (e spesso rimpianto) da tanto pubblico, emerge una storia a mio avviso profondamente moderna nella concezione del rapporto uomo-donna.

Siamo lontani dalla lotta dei sessi di Doris Day e siamo anche lontani da quel femminismo ostentato (e sinceramente risibile) in cui alla figura femminile forte si associa quella maschile inetta.
Qui è tutto equilibrato e moderno, e se Rose (Déborah François) è fondamentalmente artefice del proprio successo e conscia del proprio ruolo, Louis (Romain Duris), il protagonista, è un uomo perfettamente paritario e sostenitore della compagna (e capace di mostrare forze e debolezze).

Tutti pazzi per RoseIn tutto questo, ecco che è la filosofia alla base l’elemento che emerge come innovazione in un quadro stilistico rassicurante e ottimamente confezionato.

Gli attori perfetti, sia i due protagonisti, sia i personaggi secondari, tra cui ricordo una bellissima e bravissima Bérénice Bejo, già nominata agli Oscar per The Artist e vincitrice di recente della Palma d’Oro a Cannes per l’ultimo film di Asghar Farhadi.

Per gli amanti del genere è sicuramente un dovere vederlo e non farselo sfuggire.
 

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