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In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, esce nelle sale The Well: il documentario italiano più premiato della scorsa stagione.

Circa un miliardo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua potabile e oltre due miliardi non dispongono di servizi igienico-sanitari decenti. Nel 1992, le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), celebrata ogni anno il 22 marzo.

E proprio in occasione di questa giornata esce nelle sale italiane The Well: voci d’acqua dall’Etiopia, il pluripremiato documentario di Paolo Barberi e Riccardo Russo, interamente girato nel Corno d’Africa, ciclicamente sconvolto dalla siccità.

Nelle aride distese dell’Oromia, nel sud dell’Etiopia, si estende il territorio dei Borana, una popolazione di pastori seminomadi che gestiscono le loro scarse riserve d’acqua attraverso un’organizzazione di tipo comunitario e ne garantiscono l’accesso a tutti senza nessuno scambio di denaro.

Pozzi centenari scavati a mano nella roccia, e gestiti con il lavoro volontario dei pastori, permettono la sopravvivenza di questa popolazione e del loro bestiame nei lunghi periodi di siccità annuale. C’è una regola non scritta nella gestione dei pozzi secondo cui a nessuno possa esserne impedito l’accesso. Come se in questa remota regione del pianeta l’acqua assurga a simbolo di elemento unificante e pacificatore persino tra gruppi di etnie differenti, spesso in conflitto tra loro.

the wellIl documentario segue le vicende che ruotano attorno alle attività degli antichi pozzi di Erder nel corso di una lunga stagione secca, fino all’arrivo delle tanto attese piogge annuali.

Ogni giorno i pastori più giovani si dispongono a formare catene umane per raggiungere le profondità dei pozzi e portare l’acqua in superficie. Il loro lavoro è scandito da un canto che emerge e si spande nell’aria fino a raggiungere le grandi mandrie che si avvicinano lentamente per abbeverarsi, dopo giorni di cammino in una terra secca e polverosa. In questo periodo, il pozzo si eleva a piccolo sistema sociale restituendoci un’idea del delicato equilibrio del rapporto tra uomo e natura che regola la sopravvivenza delle popolazioni pastorali di questa parte del mondo, in un’epoca storica caratterizzata da profondi sconvolgimenti climatici e importanti alterazioni del ciclo naturale delle piogge.

Attraverso l’interazione con alcuni personaggi del luogo, il film ci accompagna alla scoperta di un modello di gestione idrica che consente ancora oggi ai Borana di gestire la poca acqua a disposizione come un bene e un diritto di tutti, in una delle regioni più aride della terra abitata.

Fonte: www.thewell.it
Foto: Pastori Borana raccolgono l’acqua © Claudio Sica